domenica, gennaio 15, 2006

SPORT/ECONOMIA - Talenti nostrani in cerca d' avvenire..

Be’, scusatemi se è passato un po’ di tempo dall’ ultimo post ma avevo avvisato che la cura del blog si sarebbe conciliata a fatica col resto della mia vita…del resto sto anche perdendo moltissimo tempo per cercare di personalizzarlo al meglio (per quanto possibile) soprattutto nella grafica.

Ma lasciamo spazio al ‘Pennino Libero’…

Una cosa che mi è capitata di pensare in questi giorni e che non mi va giù è la fuga di ‘menti’ dall’ Italia! E’ uno spreco di intelligenze, una perdita di cultura e una determinante di bassa competitività del nostro Paese!!
La mia domanda è questa: “Ma è possibile che un talento nostrano debba desiderare o peggio sia costretto, soprattutto nel caso in cui il talento sia di tipo intellettivo e culturale, ad andare all’estero per trovare soddisfazione professionale o per affermarsi??”.

Parto da un esempio banale che può sembrare stupido, superficiale e poco calzante con la discussione ma è un esempio che ci è molto vicino nella vita di tutti i giorni e quindi possiamo recepire meglio: parliamo di sport!
In queste vacanze natalizie ormai terminate ha tenuto banco, come da almeno un anno e mezzo a questa parte, il caso Cassano.
La ‘tarantella’ Cassano-Roma è durata almeno un anno e mezzo e in questo periodo si è visto un braccio di ferro tra due parti: da un lato una società di alti livelli che probabilmente ha voluto un po’ troppo a lungo pretendere di risparmiare e non investire su un capitale ad alto potenziale di rendimento (quale avrebbe potuto rappresentare Cassano per la Roma), anche dietro la scusante di non voler sottostare (giustamente!) ai ‘capricci’ di una grande promessa di campione calcistico ma che campione non è ancora… e dall’ altro lato invece abbiamo visto la personalità di un promettente e talentuoso giocatore… e nulla più! Si, nulla più visto che ad oggi Cassano non ha ancora potuto dimostrare sul campo da gioco di essere quel grande campione che promette d’essere, dalla personalità tale da poter imporsi quindi su una società di alto livello come la Roma; un giocatore ancora immaturo forse anche come persona, che nella maniera sbagliata (dando, almeno al sottoscritto, quasi l’impressione di fare dei capricci) ma nello stesso tempo in modo molto serio, rigoroso, deciso (:ha seriamente rischiato di non potersi proporre per i mondiali!) ha quasi preteso di imporsi e di imporre la propria volontà ad una società di primo livello come la Roma; tutto ciò partendo da un assunto giusto: la richiesta di chiedere un deciso investimento per un capitale che in prospettiva avrebbe potuto valere oro per la Roma (non a caso ora Cassano è del Real Madrid…)!
Quella di Cassano è stata una faccenda in cui, secondo me, tutti avevano ragione e tutti avevano torto!
La Roma voleva un Cassano scontato mentre invece era giusto che investisse massicciamente su questo talento… ma del resto ad oggi Cassano non è ancora nessuno veramente e nello stesso tempo la Roma non poteva permettersi il lusso di cedere ai ‘capricci’ di un giocatore che sarà anche bravissimo ma che ad oggi è ancora troppo immaturo (non solo come giocatore: parlo anche di spessore, personalità...); nello stesso tempo però ha tenuto un giocatore parcheggiato per più di un anno pagandolo e facendolo giocare (forse anche per infortuni, bisogna dirlo) col contagocce. Cassano d’altro canto forse ha sbagliato nella forma, l’ha presa troppo alla lunga, sta tuttora rischiando di saltare i mondiali (ha giocato pochissimo), forse era il caso che dimostrasse ancora qualcosa prima di avanzare massicce pretese… ma era giusto (visto anche lo spreco che viene speso/buttato dalle altre società per i suoi colleghi) che pretendesse una maggiore e più giusta attenzione.
E così è andato al Real Madrid che alla fine è stata l’ unica società che ha veramente voluto il calciatore, una società che raramente sbaglia un colpo e che nello stesso tempo forse può permettersi anche qualche spreco, pur prendendo ovviamente un Cassano un po’ svalutato e che correrà il rischio di essere utilizzano in maniera non eccessivamente assidua… In definitiva, la Roma rischia di averci guadagnato meno di quanto poteva, il Real Madrid rischia di non aver preso il grande campione che ci si aspetta, mentre Cassano rischia di non giocare tanto e di non essere valorizzato come sportivo (..e quindi forse altre tarantelle..!): insomma, ad oggi sembra che con Cassano ci stiano perdendo tutti!!

Ma al di là di questa storiella dal contorno sportivo che ora vorrei abbandonare, io mi pongo la stessa domanda che mi facevo all’inizio del post: “E’ possibile che un talento nostrano debba andare all’estero per trovare soddisfazione professionale o per affermarsi?”.
Le tre figure che mi interessa considerare, dalla storiella di cui sopra, sono:
1. Il simbolico talento, la persona acculturata, preparata, formata, valente, in grado di fornire un apporto determinante in un contesto socio-politico-industriale/culturale… insomma: le intelligenze del nostro Paese, la cultura del nostro Paese: il nostro potenziale ancora inespresso, il nostro potenziale innovativo!
2. L’ ente generico, che in ultima analisi va ad identificarsi col nostro Paese che non sa valorizzare il potenziale culturale e non sa tenersi i personaggi di cui al punto 1 perché non sa investirci per bene e nella maniera adeguata, ne' è in grado di porre le basi affinché le varie aziende e le varie industrie lo facciano al posto suo e nella maniera più produttiva.
3. L’ estero, gli altri Paesi che (giustamente) approfittano di questa nostra inefficienza/deficienza e ci strappano le migliori menti (disposte anche ad andare fuori Paese), le quali trovano più soddisfacente collocazione in altri contesti, fuori dell’ Italia.

E’ possibile che ogni governo che si sussegua sia incapace di evitare o limitare ciò?
E’ possibile che in Italia la ricerca venga sempre penalizzata ed i nostri ricercatori non abbiano fondi per ‘ricercare’ e/o siano costretti quasi alla fame o ad andare all’ estero per vedersi remunerata in maniera equa la propria conoscenza e l’ apporto di cui sono capaci?
E’ possibile che molto spesso andiamo a cercare proprio noi all’ estero ciò che in realtà abbiamo anche in Italia (e spesso è più valevole) ma che non riusciamo a valorizzare?
E’ possibile che la ricerca all’ interno delle aziende non assuma un ruolo determinante, intendendola come base per la ricchezza futura, e non si destini una quota considerevole a questa voce di bilancio?
E’ possibile che una delle prime voci di bilancio pubblico che lo Stato va a ‘tagliare’ (o quanto meno tende a non incrementare) è proprio quella destinata alla ricerca nelle università e quindi alla cultura e alla ricchezza futura del nostro Paese?
E’ possibile che un ricercatore, un ingegnere, un economista, un matematico, ecc… debba trasferirsi all’estero o fornire le proprie conoscenze al servizio di aziende estere, perché sono queste quelle che fanno a gara per accaparrarsi i migliori cervelli nostrani, invece delle nostre aziende che spesso non sanno rendersi appetibili ai nostri talenti?
E’ possibile che non si riesca a capire che la fuga delle nostre intelligenze rappresenta un allontanamento dalla cultura, dal potenziale che esso potrà apportare al Paese, e quindi rappresenta anche allontanamento da progresso e competitività con la globalità, nell’ attuale contesto globale?
Ed è possibile che non si faccia nulla per arginare il problema?

So che forse ho volato un po’ troppo con la mente… ma pensando in questi giorni al caso Roma-Cassano, e vedendo come nel tempo si è risolta la cosa, ho pensato che tutto sommato è stato un peccato non riuscire a tenere un talento sportivo simile in Italia, visto anche che si attinge molto dall’ estero e spesso per giocatori di qualità notevolmente inferiori… e in parallelo (ripeto, viaggiando un po’ con la mente) ho pensato che è un peccato non riuscire a trattenere tanti talenti culturali in Italia, non riuscendo a valorizzarli nella maniera adeguata e andando quindi a perdere tanta ricchezza!
E tutto questo perchè forse nella politica italiana ci sono troppi galli a cantare e troppe poche galline in grado di fare l’ uovo!!
La cosa brutta di tutto ciò è che perdendo persone che vanno all' estero, l'Italia perde ogni volta una parte di se', una parte della propria identità, perde un po' di dna, un po' di cultura 'all' italiana'... ma forse in epoca di globalità questo non è ritenuto più un gran danno...

Nessun commento: